Il vaso di Spe

..quasi un filo rosso per il nostro anno pastorale

Spe, in realtà si chiamava Speranza,
ma in quel “tempo di fretta” si preferiva sempre al nome intero
un monosillabo o due: Ste; Marghe; Titti, Seba e via dicendo.
Ne fece le spese anche Speranza.
Era appena cominciata scuola e si avvicinava il suo compleanno:
dodici anni!
I genitori, poveri ma sensati, non vollero un compleanno “normale”,
fatto di spreco, di regali inutili e talvolta persino equivoci;
loro non avevano soldi per queste cose e non ne erano affatto dispiaciuti.

AMORE e GRATUITÀ
Tempo dell’inizio e Avvento

La mamma, che seguiva sempre attentamente la messa domenicale
e aveva sentito parlare del Giubileo che sarebbe iniziato di lì a pochi mesi,
ebbe un’idea: prese un vaso che sembrava da buttar via;
lo pulì con cura, come faceva sempre; lo dipinse in modo simpatico. Sembrava nuovo!;
lo riempì di terra e prese un seme da una pianta che aveva in giardino.
Il giorno della festa non mancò certo una fetta di torta
e mamma diede a Spe come regalo di buon compleanno questo vaso;
la invitò a schiacciare nella terra il piccolo seme.
“Il resto verrà”- aggiunse – per adesso mettilo in stanza
e ogni tanto guardalo;
scoprirai a poco a poco tutto l’affetto che questo dono contiene».

Spe per un attimo fu presa da sconforto;
pensava ai commenti delle amiche; ma si riprese subito;
prese il vaso e lo depose sul mobiletto nella sua stanza;
il primo giorno lo guardò a lungo. “La mamma l’ha proprio dipinto bene!”, si disse;
poi se ne dimenticò.

Mamma e papà però, ogni giorno non dimenticavano di dare
un po’ di aria e sole alla sua stanzetta e ogni giorno versavano nel vaso qualche goccia d’acqua.

Un giorno, eravamo all’inizio dell’Avvento,
nell’incontro settimanale dell’oratorio
gli animatori iniziarono il loro incontro con uno strano suono, il suono del ‘jobel’;
le catechiste raccontarono qualcosa sul Giubileo
e il don concluse con un brevissimo brano di Vangelo.
Diceva Gesù: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura”. (Mc 4,26-29)

Spe fu attratta da questo brano più che dal jobel,
perché le venne in mente il suo vaso;
si prefisse di dare un’occhiata per vedere se era nato qualcosa,
ma prima di tornare a casa se n’era già dimenticata.

Note

Tempo di Avvento: la speranza nasce dall’amore
Un uomo getta il seme; il seme non può nascere casualmente, ma per la cura di qualcuno. Nella cura del seme che i genitori manifestano non è difficile intravvedere la cura di Dio che fa crescere.

Valori da sottolineare in questo periodo: la SPERANZA: nasce dall’amore; si esplicita nella pazienza. Ci aiutiamo con le virtù dell’avvento: vigilanza, attesa, sobrietà, preghiera.

STUPORE E MERAVIGLIA
Tempo di Natale e dell’Epifania

Intanto i genitori, sempre attenti
a dare luce alla stanza e un poco d’acqua alla pianta,
le preparavano la sorpresa di Natale…
Spe partecipò alla Veglia natalizia,
e fu colpita da un testo di Isaia che parlava di germoglio
e anche da una preghiera della messa che riprendeva la stessa idea.

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore. (Is 11)
Ecco, susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio! (Geremia 23, 1-8)

“Mi ricordai del mio vaso”, racconta Spe nel suo diario.
Rientrata in casa sono corsa a vederlo:
la terra era leggermente smossa
e forse c’era nella terra qualcosa di diverso;
non osai toccare per non rovinare nulla.

Ho chiamato papà. “Pà vieni a vedere, che cos’è quella terra smossa?
Sul suo volto un sorriso un po’ sornione e non mi risponde.
“Che cos’è?», ripeto.
“Aspetta qualche giorno e vedrai.”
Intanto avevamo preparato come di consueto l’albero e il presepe;
quell’anno mi sembrava che parlasse di più il presepe;
proposi alla mamma di mettere accanto al presepe anche il nostro vaso;
ne fu contenta
e nascose questa sua gioia in una preoccupazione: “Stiamo attente che ha bisogno di luce!»

E proprio il giorno del Natale
quando ci portammo al presepe per un momento di preghiera
sono trasalita vedendo la bellezza delicata di un germoglio…

In quel periodo mi sembrava che facessero apposta:
in chiesa sentivo spesso parlare di germoglio,
di alberi frondosi, di acqua che dà vita
e io vedevo tutto questo raccolto nel mio vaso.

Tempo di Natale:
E’ Gesù il «Germoglio» che si fa speranza.
ContempliamoLo nelle bellissime feste che si rincorrono in questo periodo:

SI SPALANCA UN CAMMINO
Tempo prequaresimale e Quaresima

Eravamo all’inizio di marzo;
ormai mi ero molto affezionata al mio germoglio
e io stesso lo curavo
non facendogli mancare aria, sole, un po’ di acqua.

Un giorno trovai accanto al mio vaso un biglietto;
la calligrafia era del papà:

“In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano,
caduto in terra, non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto.”

La sera precedente papà era andato, con la mamma,
agli esercizi spirituali di inizio Quaresima
e quella frase del predicatore l’aveva colpito.

Spe rivolse uno sguardo a papà come a dire:
“Che significa?”.
Sorriso sornione del papà.
“Capirai più avanti” aggiunse la ragazza,
scimmiottando la voce del papà.
E desistette dal ricevere una risposta…

La Pasqua quell’anno era molto alta
(cioè venne molto tardi, oltre metà aprile)
e il tempo di Quaresima fu a tutti gli effetti
un anticipo di primavera:
belle giornate; un tiepido sole che sgranchiva le ossa;
ma soprattutto un “cammino verso la Pasqua”
pieno di impegno e di gioia,
mentre in oratorio, in parrocchia, in città,
si compivano i vari riti giubilari.

La speranza si esprime in una vita in cammino,
come pellegrinaggio, fa scorgere la meta ..Valori da sottolineare in questo periodo:
sono i temi tipici della Quaresima: gesto delle ceneri; percorso battesimale proposto dalle domeniche; cammino penitenziale – caritativo; celebrazioni della settimana Santa
e in particolare la Veglia Pasquale.
E’ tempo di preparare il pellegrinaggio giubilare del decanato. Si terrà il 10 maggio.

CRISTO SIGNORE È RISORTO!
Tempo diPasqua

Spe: “Indimenticabile quella Veglia Pasquale:
sentivo il cammino di Quaresima farsi gioia
e voglia nuova di compiere il bene;
mi ricordava la gioia provata quando ci si ritrova a cena
dopo una giornata spesa con gli amici ad aiutare i poveri.

Al pranzo di Pasqua
sulla credenza vidi il mio vaso che la mamma, senza il mio permesso, aveva spostato lì.

Devo ammettere che in quel posto spiccava proprio
e mi accorsi che ormai era diventato
una bellissima pianta…»

CONCLUSIONE: IL FRUTTO:
Tempo dello Spirito

«Passarono alcuni anni prima che producesse frutti,
ma io ormai non riesco a vivere il tempo dopo la Pasqua
senza pensare a quell’albero ricco di frutti
e a rinnovare il desiderio di diventare io stessa
ricca dei doni dello Spirito ovvero del suo frutto” .

“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge”. (Gal 5)

Nb.: A questo punto possiamo dirvelo:
in latino “spes” significa speranza e, per una volta, un nome tagliato si fa più bello.
Persino i suoi genitori che fino a quel momento
non erano contentissimi di sentir chiamare la loro ragazza «Spe»,
cominciarono a chiamarla così.

Tempo di Pasqua e Tempo dello Spirito

La speranza diventa vera nella concretezza,
nel trasformare i segni dei tempi
in segni di speranza,
come la pace e l’entusiasmo di vivere la vita,
e portando questi segni
a detenuti, ammalati, disabili, giovani,
migranti, anziani, poveri.

Anche il seme è concreto;
chiede un lavoro e dà un frutto visibile;
lui sparisce, ma porta ad un albero e a un frutto
che sono a servizio dell’umanità.
(lettera per il Giubileo n. 5)

Valori da sottolineare in questo periodo:
Questi due momenti si intersecano un modo perfetto; dalla celebrazione della Pasqua
nascono cinquanta giorni di festa:
Veglia Pasquale, Festa della Risurrezione,
festa dell’Ascensione, festa della Pentecoste;
feste dei nostri ragazzi che celebreranno la prima comunione (alcuni anche il battesimo) e la cresima.

Poi , il tempo dell’estate con l’oratorio estivo
e le varie iniziative della pastorale giovanile:
un tempo per imparare, per far fruttificare
ma anche per godere i doni dello Spirito.

Pensiamo per esempio all’impegno
dei nostri adolescenti-giovani in quel periodo:
una gioia che esplode
e un impegno che fa crescere gioia
nella comunità dei piccoli e dei grandi.

«Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore»